“Il mio vino è l’inchiostro con cui parlo della Valnerina e di me”, “I miei vini hanno la mia anima”.
Si presenta così Francesco Annesanti ed aggiunge poco altro durante la nostra visita alla sua cantina, sotto la casa natale, a Castel di Lago, frazione di Arrone, nella bassa Valnerina.
Lascia che siano i suoi prodotti a parlare di lui e mai prima d’ora mi è capitato di cogliere un rapporto così stretto, una immedesimazione quasi totale fra prodotto e produttore.
Ha uno sguardo che colpisce, da pioniere, da colui che ha dovuto incontrare e vincere resistenze, soprattutto in famiglia, pur di realizzare il proprio sogno. Come i veri innovatori ha radici profonde e sapienza antica e capacità di leggere il futuro. Al bagaglio che gli proviene dal dna familiare ha aggiunto una solida preparazione accademica: laurea in scienze naturali, master in bioinformatica, diploma di sommelier.
Il packaging del suo vino è accattivante e assolutamente contemporaneo, i suoi vini sono freschi e dinamici, assolutamente adatti al nuovo mercato.
La sua azienda si estende per circa 20 ettari di cui 4 vitati.
Attualmente la produzione base comprende un bianco, un rosso ed un sorprendente rosato.
Il bianco ottenuto da uve grechetto e malvasia si presenta molto fresco con acidità spiccata, minerale con sentori di pietra focaia, grafite. Viene lasciato illimpidire naturalmente, nella sua “crisalide di acciaio” . Francesco non nasconde il suo poco amore per i filtraggi e lo fa nella maniera poetica che è il suo tratto distintivo: “I filtraggi strappano l’anima e gli (al vino) negano la possibilità di tendere all’infinito!” e l’imbottigliamento avviene rigorosamente in una fase di luna calante e qui si introduce un altro elemento a lui caro e cioè un richiamo alla biodinamica intesa come equilibrio e sintonia con la natura e le sue creature.
Il rosato è la vera scoperta: ottenuto dalla vinificazione in bianco di uve barbera, si distingue per la sua spiccata acidità ed è un ottimo accompagnamento per un buon piatto di salumi e per le nostre torte salate!
Un altro abbinamento potrebbe essere con i nostri tortelli ripieni di guanciale e coniglio serviti con vellutata di ortica al finocchio selvatico!
Completa l’offerta base un buon rosso, ottenuto da uve barbera e merlot, di un bel rosso rubino e dalle note fruttate e leggermente speziate.
Nella sua successiva evoluzione Francesco si è cimentato con il monovitigno sfornando un Sangiovese elegante ed un Grechetto di grande carattere riaffermando così ancora una volta il legame saldissimo con le tradizioni e con il territorio. Recentemente ha impiantato anche una vigna di barbera da cui ha ricavato la sua etichetta più sbarazzina “Suppriscola” sicuramente accattivante: non arriva al primo assaggio ma poi ti conquista.
Del suo vino in anfora parleremo prossimamente perché merita una grande attenzione.
In attesa di riconoscimenti futuri, a questo giovane produttore va il merito di aver aperto una nuova frontiera e di aver aggiunto un’altra zona all’Umbria vitivinicola rendendo ancora più dinamico il già variegato panorama enologico regionale.